“Un passo avanti essenziale, in direzione della tutela del nostro ecosistema e delle sue risorse, con positive ricadute economiche per un settore in espansione e meritevole di sostegno e regolamentazione”.
CosƬ l’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo, commenta l’approvazione, con voto unanime, da parte del Consiglio regionale della proposta di legge tesa a disciplinare le attivitĆ di coltivazione, raccolta, prima trasformazione e commercializzazione delle piante officinali, presentata nei mesi scorsi dallo stesso Gallo e dai consiglieri Katia Gentile, Francesco Afflitto, Pietro Molinaro.
“Un risultato importante – aggiunge l’assessore all’Agricoltura – frutto del buon lavoro svolto in particolare in sesta Commissione, sotto la guida della presidente Gentile, e foriero di grandi opportunitĆ per una terra come la nostra, per la quale le piante officinali rappresentano una risorsa preziosa”.
In Calabria, in particolare, la produzione ĆØ caratterizzata anzitutto dalla presenza di tre piante storiche: bergamotto (con 1.800 ettari di superficie coltivata, concentrati nella provincia di Reggio Calabria), liquirizia (1.0000 ettari, per lo piĆ¹ tra Cosenza e Crotone) e cedro (100 ettari, nella fascia costiera dell'alto Tirreno cosentino). Il resto delle produzioni officinali calabresi vede protagonisti l'origano (35 ettari), il goji (38 ettari), la lavanda (5 ettari) e poi ancora lo zafferano (3), la salvia (3,5) e - su superfici alquanto circoscritte - alloro, rosmarino e gelsomino. Accanto alla coltivazione, poi, ĆØ molto diffusa la raccolta delle piante che crescono spontaneamente, quali finocchio selvatico, ginestra, mirto, anice, elicriso e carciofo.
“La raccolta selvatica – spiega Gallo – non era controllata nĆØ disciplinata in alcun modo. Adesso arrivano precetti chiari, con specifiche sanzioni, con un unico scopo: conservare la biodiversitĆ introducendo principi per un uso corretto del territorio, favorendo cosƬ lo sviluppo economico e produttivo”.
Obiettivi da centrare, tra l’altro, attraverso un’adeguata formazione degli operatori del settore, l’introduzione di un contrassegno di origine e qualitĆ , la creazione di un elenco dei raccoglitori autorizzati di piante officinali spontanee. Di rilievo pure il ruolo dell’Arsac, che giĆ da anni svolge una significativa attivitĆ in materia di studio e sperimentazione delle piante officinali e che per questo ĆØ stata coinvolta come supporto operativo dell’Osservatorio regionale istituito per promuovere la tutela del patrimonio delle officinali e garantirne l’utilizzazione collettiva, in collaborazione con universitĆ , ordini professionali, organizzazioni rappresentative della categoria.
“Si tratta di un traguardo – conclude l’assessore Gallo – raggiunto nella costante concertazione con i produttori, gli esperti ed il mondo accademico: quest’ultimo in particolare, attraverso il professor Giancarlo Statti, ha dato un contributo notevole. Siamo ora pronti per andare oltre e legare questo passo a quelli che, su impulso di esperti botanici come Carmine Lupia, si stanno compiendo in fatto di turismo lento ed esperienziale, per la promozione delle risorse ambientali e paesaggistiche”.